Come riconoscere il battito cardiaco

Conoscere il battito del proprio cuore può essere utile per capire quando è in corso un’aritmia, ovvero un’alterazione del normale ritmo del cuore che riguarda non solo il numero di battiti, ma anche l’impulso che li genera. Aver frequentato un corso per addetti al primo soccorso può essere d’aiuto per capire in quali casi bisogna rivolgersi a uno specialista oppure se la situazione si risolverà spontaneamente.

Le aritmie sono di vario tipo e dipendono da molte cause: patologie congenite o acquisite, ipertiroidismo, abuso di alcol, droghe, fumo, eccessiva assunzione di caffeina. Si riconoscono dai sintomi, anche questi di vario tipo: dalla tachicardia o cardiopalmo alla bradicardia, oppure battito irregolare, dolore al petto, ansia, vertigine e senso di debolezza.

Dal punto di vista medico, le ragioni che determinano l’aritmia possono essere diverse: il nodo senoatriale, che è quella zona del cuore da cui parte l’impulso elettrico, non è in grado di determinare battiti sufficienti; oppure il ritmo del nodo senoatriale è anormale; infine altre aree assumono la funzione del nodo senoatriale. Altri tipi di aritmie sopraggiungono se c’è un’interruzione nel circuito elettrico del cuore (cioè quando i ventricoli battono separatamente dagli atri) o, nel peggiore dei casi, quando i ventricoli non battono (fibrillazione ventricolare) e il cuore non riesce più a pompare.

È molto importante, nella quotidianità ma soprattutto se si hanno fattori di rischio, saper monitorare il proprio ritmo cardiaco: si fa semplicemente con l’indice e il medio della mano destra, contando sul polso sinistro il numero di battiti in 15 secondi. Moltiplicando questo numero per 4 si avranno i battiti al minuto. Ci sono due valori soglia che delimitano l’intervallo di normalità: 60 battiti al minuto è il valore minimo; 100 battiti al minuto il valore massimo. Sotto i 60 battiti si ha bradicardia, sopra i 100 battiti tachicardia.

La maggior parte delle aritmie non è pericolosa, ma se si avverte un battito anomalo è sempre meglio farsi visitare da un medico, perché un battito irregolare può compromettere la capacità del cuore di pompare abbastanza sangue, il che influenza anche la pressione sanguigna. In alcuni casi anche se la pressione non viene influenzata, il sangue può non essere pompato correttamente ad ogni battito e dare luogo alla formazione di coaguli, un fenomeno che si verifica soprattutto nella fibrillazione atriale e che è molto pericoloso, perché un coagulo che parte dal cuore può arrivare fino al cervello determinando un ictus.

L’aritmia cardiaca viene diagnosticata  con un alettrocardiogramma, ma è anche vero che molte forme non si presentano con costanza e quindi potrebbero non essere rilevate al momento dell’ECG; in tal caso bisogna monitorare il cuore per 24 ore con l’Holter cardiaco. Altri esami per determinare le cause dell’aritmia riguardano la pressione, gli zuccheri nel sangue e il livello degli ormoni tiroidei.

La terapia da adottare in genere consiste nella somministrazione di farmaci antiaritmici e betabloccanti, ma, nei casi più gravi, è di tipo chirurgico e si può effettuare in diversi modi: con la cardioversione elettrica, una serie di “shock” elettrici per resettare il ritmo cardiaco; oppure l’ablazione, che consiste nell’eliminare i circuiti elettrici anomali attraverso l’inserimento di un catetere che da un vaso della gamba o del braccio per arrivare al cuore. Quando il ritmo cardiaco è troppo lento, può essere impiantato un pacemaker, se invece è troppo veloce, viene impiantato un defibrillatore, un dispositivo che avverte quando il battito supera una certa soglia e trasmette uno shock elettrico al cuore in modo da far ritornare il ritmo nei limiti di norma.

Per prevenire pericolose aritmie, bisogna prestare molta attenzione alla prevenzione, con uno stile di vita sano, una dieta equilibrata, la giusta attività fisica e un periodico controllo dei livelli di colesterolo, degli zuccheri nel sangue e della pressione. Anche saper gestire lo stress attraverso la respirazione, la meditazione o un’attività sportiva può aiutare molto.