Cosa fare se ho ingerito candeggina?

Cosa bisogna fare se ci si accorge di aver ingerito per sbaglio candeggina o acqua ossigenata? Molti prodotti di uso domestico infatti possono essere scambiati per acqua o per un altro tipo di bevanda e, se non sono accuratamente conservati con l’etichetta, l’errore può essere veramente pericoloso. Impedire il verificarsi di incidenti come questo è un tema strettamente legato al discorso della prevenzione, ma se succede, o se succede al nostro bambino, ecco cosa si deve e non si deve fare.

Aver frequentato un corso di primo soccorso o un corso di pronto soccorso pediatrico potrebbe aiutare a fronteggiare una situazione come questa, soprattutto a sapere cosa non bisogna assolutamente fare. La prima cosa da fare è invece correre al pronto soccorso più vicino. L’ingestione di sostanze caustiche come la candeggina o altri prodotti per la pulizia ha gravi conseguenza e può verificarsi non solo attraverso l’apparato digerente, ma anche solo respirando i gas emanati o attraverso il contatto con la pelle. Un articolo informativo presente nei Protocolli di diagnosi e terapia di gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica SEGHNP raccomanda appunto di recarsi subito al pronto soccorso per evitare danni all’esofago o allo stomaco. I prodotti caustici infatti possono provocare gravi lesioni ai tessuti, ma è anche vero che il possibile danno può essere influenzato da numerosi fattori, come lo stato (solido o liquido), il tempo di contatto, la concentrazione, la presenza di cibo nello stomaco.

Anche a seconda della sostanza ingerita i danni possono essere di diverso tipo: gli ossidanti, come la candeggina e l’acqua ossigenata, provocano necrosi e disidratazione dei tessuti superficiali; le sostanze acide, come l’acido muriatico, provocano delle necrosi ai tessuti e danni più allo stomaco che all’esofago; le sostanze alcaline, come la soda caustica e l’ammoniaca, danneggiano invece l’esofago.

La prima cosa da evitare, anche se potrebbe sembrare la più logica da fare, è provocare il vomito: far passare nuovamente il prodotto attraverso l’esofago potrebbe provocare una nuova lesione. Inoltre non bisogna bere niente, né latte né acqua. I rimedi casalinghi in questi casi non esistono: il latte non protegge lo stomaco dall’azione dei caustici e, anzi, può favorire il vomito. Se chi ha ingerito il prodotto è un bambino, è probabile che ne abbia bevuta una quantità molto piccola perché il gusto è spiacevole in quanto i produttori, di solito, incorporano delle sostanze per rendere amaro il prodotto e impedire che venga ingerito.

Prima di recarsi al pronto soccorso sarebbe utile recuperare il nome commerciale o la composizione del prodotto ingerito; se il contatto è avvenuto con la cute sciacquare abbondantemente con acqua la parte colpita e chiamare comunque un centro antiveleni per le indicazioni del caso.

Una volta in ospedale, per valutare la gravità delle eventuali lesioni, sarà fatta un’endoscopia, mentre una radiografia toracico-addominale permetterà di riconoscere i segni di perforazione. In caso l’esofago o lo stomaco risultino perforati, la terapia prevede l’uso di antibiotici e l’intervento chirurgico.

Per evitare che eventi come questo accadano è fondamentale la prevenzione: innanzitutto bisogna evitare che i prodotti caustici siano lasciati alla portata dei bambini. Conservare i prodotti nel contenitore originale impedisce di confonderli con qualcos’altro, ma soprattutto sulle confezioni dei prodotti caustici ci sono sempre i consigli del produttore in caso di ingestione. Un’altra precauzione da adottare è non miscelare tra loro prodotti diversi: si possono scatenare reazioni chimiche con sprigionamento di vapori molto irritanti.