Come medicare una ferita da taglio

È frequente, nella vita di tutti i giorni, imbattersi in ferite da taglio di ogni tipo: in cucina, a casa o nell’ambiente di lavoro, basta un piccolo incidente per provocare una lesione dello strato superficiale della pelle, a volte accompagnata da perdita di sangue. Esistono diversi tipi di ferite: l’abrasione (una lesione superficiale causata da un trauma che colpisce di striscio la superficie del corpo, senza fuoriuscita di sangue), l’escoriazione (una lesione superficiale con fuoriuscita di sangue), la ferita da punta (provocata da oggetti appuntiti), la ferita da taglio (provocata da oggetti taglienti, con bordi regolari), la ferita lacera e quella lacero-contusa (provocata da oggetti taglienti, con bordi irregolari e con sottostante contusione). 

In questo breve articolo vediamo come trattare in particolare le ferite da taglio. Si tratterà solo di un’infarinatura, perché per imparare a trattare, nell’emergenza, ogni tipo di ferita, sarebbe utile frequentare un corso di pronto soccorso di 12 ore, come quelli proposti dalle aziende per gli addetti al primo soccorso.

Normalmente, dopo aver lavato con cura le mani, è sufficiente pulire con cura la ferita, partendo dall’interno e poi andando verso l’esterno, con una garza imbevuta di acqua ossigenata o di un altro disinfettante, facendo attenzione a rimuovere eventuali residui di polvere, terra, schegge. Occorre poi proteggere la lesione con un cerotto, evitando possibilmente che la parte adesiva venga a contatto con la ferita. Se la ferita è profonda, ma non estesa, e non c’è stata perdita di sangue, sarebbe prudente accompagnare l’infortunato al pronto soccorso affinché sia sottoposto all’antitetanica, per evitare infezioni. Se si è incerti sulla storia delle precedenti vaccinazioni, è bene ripetere comunque l’iniezione antitetanica.

Quando invece si verifica un’emorragia, significa che è stato leso un vaso sanguigno: un capillare, un’arteria o una vena. Ovviamente la gravità dell’emorragia dipende dall’importanza del vaso leso. Se l’emorragia non si interrompe in tempi brevi può provocare anche uno stato di shock ed è senz’altro opportuno portare il ferito al pronto soccorso, mantenendo una pressione sulla ferita o applicando un laccio emostatico, operazione che va eseguita solo in caso di effettiva necessità (può infatti diminuire l’ossigenazione della parte ferita). Se non si ha a disposizione il laccio, si può usare una cintura, una cravatta o una sciarpa.

Quando la ferita è facilmente medicabile, non è necessario recarsi all’ospedale, basterà fasciarla con una garza sterile, applicando se necessario una polvere o una pomata antibiotica. Se la fasciatura viene fatta in modo accurato, può essere conservata per una settimana, fino a quando la ferita non sia rimarginata. Dopo 7-8 giorni la fasciatura può essere rimossa in modo da far “respirare” la ferita. Naturalmente in questa fase va prestata la massima attenzione per evitare di danneggiare la pelle “nuova” che si è formata. Mantenere una ferita pulita è il modo migliore per evitare l’infezione. La pulizia di una ferita aperta a volte può causare il ritorno dell’emorragia, ma l’emorragia sarà lieve e dovrebbe essere facilmente interrotta con una pressione diretta, usando una medicazione sterile. 

Per una ferita da taglio, ad esempio quelle che spesso accadono in cucina, si possono utilizzare i cerotti a farfalla (o strip), affinché i lembi di pelle si riuniscano perfettamente e si eviti una rimarginazione imperfetta e antiestetica. Le ferite superficiali, invece, quelle che non sono abbastanza profonde per vedere il tessuto sottocutaneo (grasso), non hanno bisogno di medicazioni a farfalla.

Di fronte a una ferita da taglio, non è sempre facile capire quando sono necessari i punti di sutura e quando bisogna ricorrere alle cure mediche anziché automedicarsi. Esistono alcune regole da seguire, che vengono insegnate anche ai corsi di pronto soccorso: è opportuno andare all’ospedale se il taglio è così profondo da lasciar intravedere il derma o il tessuto adiposo sottocutaneo; se i due lembi della ferita non si riavvicinano con una leggera pressione; se il taglio è nei pressi di un’articolazione (con rischio per tendini e legamenti); se la causa della ferita è stato un oggetto sporco o arrugginito, oppure se sanguina molto.