Valutazione stato di coscienza dell’infortunato

La prima cosa che deve fare un soccorritore occasionale, che ha frequentato un corso di primo soccorso, è procedere con la valutazione dello stato di coscienza della persona che sta per andare a soccorrere.

In poche parole, occorre andare a vedere se chi è stato colto da un malore o si è infortunato è in grado di rispondere prontamente agli stimoli, sia interni sia esterni, che lo raggiungono. Ciò accade se riesce a dimostrare con le parole e le azioni di avere piena consapevolezza di se stesso e dell’ambiente che lo circonda.

Si tratta di una funzione molto importante, o meglio dire vitale. Se non si è coscienti, infatti, non si è in grado di provvedere ai propri bisogni e difendersi dai pericoli. La valutazione dello stato di coscienza consente di capire se la persona soccorsa è stordita, ma comunque in grado di rispondere alle nostre domande (coscienza ridotta), o se non esegue i nostri ordini e non riesce a risvegliarsi nemmeno in seguito a degli stimoli piuttosto intensi (coscienza assente).

Questo stato di estrema sofferenza cerebrale conduce al coma, che può culminare in un arresto respiratorio o un arresto cardio circolatorio per il quale si devono attuale le manovre apprese nel corso per l’uso del defibrillatore. Queste due differenti condizioni possono presentarsi nel paziente in maniera graduale oppure improvvisa. Inoltre, possono durare solo per qualche attimo oppure protrarsi nel tempo. Ovviamente, a secondo dei casi, occorre procedere nella maniera più opportuna possibile.

Se in seguito alla valutazione dello stato di coscienza si nota un annebbiamento improvviso della mente della persona soccorsa, occorre farla distendere in posizione antishock, controllando la respirazione e il battito cardiaco. Se non ci sono miglioramenti, richiedere un controllo medico. Nel caso in cui l’obnubilamento è progressivo, ci si accerta che il paziente non sia affetto da diabete, per poi dargli acqua o latte con zucchero, tenendo sempre sotto controllo il respiro e il polso.

Se la perdita di coscienza è rapida, occorre far distendere la vittima ed eventualmente metterla in posizione antishock. In assenza di una veloce ripresa, farle assumere la posizione di sicurezza, per evitare che possa soffocare, cosa possibile quando una persona entra in coma. A tal proposito, è opportuno aspirare dalle vie aeree l’eventuale materiale che si ritrovasse in gola. Se, invece, la persona perde improvvisamente coscienza in seguito a un urlo e delle convulsioni, accompagnati da bava e sangue che escono dalla bocca, allora ci si trova davanti ad un caso di crisi epilettica. Occorre cercare di riparare braccia e gambe, affinché durante questi movimenti veloci non si feriscano. Dopodiché è necessario controllare respirazione e battiti, in attesa dei soccorsi qualificati.