A cosa serve la tavola spinale

Un paziente che ha subìto uno o più traumi deve essere immobilizzato il più velocemente possibile, e ciò per diversi motivi: limitare i movimenti delle ossa fratturate, ridurre la possibilità di lesioni a vasi sanguigni e nervi, evitare sollecitazioni dolorose e permettere il trasporto in assoluta sicurezza. Nei traumi della colonna vertebrale il problema più importante non è tanto la frattura ossea, quanto il possibile interessamento del midollo spinale. Tutti i pazienti coinvolti in traumi violenti o in cadute dall’alto devono essere considerati pazienti a rischio di danno spinale e devono essere mossi con grande cautela. Anche il paziente traumatizzato che si trovi in stato di incoscienza deve essere considerato sempre come un possibile traumatizzato spinale.

La tavola o barella spinale è uno strumento utilizzato per immobilizzare e trasportare un paziente che ha subito diversi traumi. Serve infatti a mantenere immobile e a contenere l’intero corpo allineando testa, collo e tronco. Questo tipo di tavola viene utilizzata in caso di incidenti in cui si sospetta che il trauma abbia portato a lesioni della colonna vertebrale.

Si tratta di un presidio di plastica, rigido e leggero, dotato di maniglie per movimentarla e per inserire il sistema di fissaggio, la cosiddetta “cintura ragno”. Il fondo rigido è l’ideale per mantenere l’allineamento del paziente traumatizzato e per mantenere la sua forma sia in presenza di carichi pesanti che durante gli spostamenti. Il materiale plastico garantisce inoltre un perfetto isolamento termico, elettrico e meccanico e grazie alla sua radiotrasparenza permette al paziente di essere sottoposto a radiografia, risonanza magnetica e TAC senza essere spostato dalla barella.

Insieme alla tavola spinale viene sempre utilizzato un sistema di cinture “a ragno”, che serve a bloccare il paziente durante il trasporto impedendone i movimenti. È composto da un unico pezzo con diverse cinture a velcro che vengono chiuse all’altezza di spalle, torace, addome a gambe. In questo modo, se il paziente dovesse avere dei conati di vomito, è possibile girarlo sul fianco senza compromettere la colonna vertebrale. Questo sistema si usa anche con le pazienti gravide perché permette il trasporto sul fianco sinistro. L’ordine di allacciamento delle cinture è questo: 1-3-2-4-5. Ciò significa che prima viene immobilizzata la testa con il collarino cervicale, poi viene allacciata la fascia della vita, seguita dalle spalle, dalle ginocchia e infine dalle caviglie.

Un altro elemento della barella spinale è il fermacapo, un sistema composto da un cuscinetto rigido, due mattoncini semirigidi che si applicano ai lati della testa del paziente e due fasce che vanno sul mento e sulla fronte e servono a mantenere nella giusta posizione il rachide cervicale (quest’ultimo deve essere infatti leggermente sollevato rispetto a quello dorsale). In alcuni casi i pazienti politraumatizzati possono trovarsi in piedi e deambulare. In ogni caso bisogna immobilizzarli finché non vi sia una diagnosi che escluda patologie del rachide. Questa manovra va eseguita da tre operatori esperti: mentre il primo si pone dietro al paziente e mantiene immobilizzato il rachide cervicale manualmente, gli altri si pongono lateralmente, applicano la tavola spinale e accompagnano il paziente a terra per procedere al trasporto.

L’uso della tavola spinale e di altre tecniche di immobilizzazione viene insegnato nei corsi di primo soccorso, nonché nei corsi di aggiornamento di primo soccorso di 4 ore, che vanno ripetuti, per quanto riguarda le aziende (art. 18 D. Lgs. 81/08) , con cadenza triennale. Il rinnovo della formazione è fondamentale per prevenire l’impoverimento delle conoscenze precedentemente acquisite e prevede principalmente nozioni pratiche. Questi corsi forniscono gli strumenti conoscitivi essenziali, teorici e pratici, per permettere a chi è incaricato di attuare gli interventi di primo soccorso in attesa dei soccorsi specializzati, di limitare l’aggravarsi delle situazioni di intervento.