Crisi epilettica

L’epilessia è una sindrome caratterizzata da ricorrenti e improvvise crisi epilettiche dovute all’iperattività dei neuroni (cellule nervose celebrali). L’epilessia è una delle malattie neurologiche più frequenti. L’epilessia si può manifestare in qualsiasi età e in forme diverse (oltre 150 tipi di epilessia). Le crisi epilettiche sono caratterizzate da brevi episodi di perdita della conoscenza, spasmi e contrazioni muscolari, accompagnate da alterazioni motorie, psichiche e sensitive. Le epilessie si dividono in:

Parziali: l’epilessia interessa solo un emisfero del cervello. Le epilessie parziali si dividono a loro volta in semplici e complesse.
Epilessia semplice: si manifesta con attacchi leggeri che non portano alla perdita di coscienza;
Epilessia complessa: più grave rispetto alla precedente, comporta la perdita di conoscenza e contrazioni muscolari più intense rispetto all’epilessia semplice;

Generalizzate: l’epilessia interessa entrambi gli emisferi e comporta spesso perdita di conoscenza, spasmi e contrazioni muscolari.

Se un soggetto manifesta una crisi epilettica, le prime cose che bisogna fare sono: chiamare il 112; non ostacolare i movimenti del soggetto e non sollevarlo da terra; allontanare immediatamente oggetti contundenti; proteggere la testa del soggetto con un cuscino; terminata la crisi non somministrare cibo, bevande o farmaci al soggetto; girare il soggetto su un fianco pere facilitare così la ripresa della respirazione.

Le cause dell’epilessia sono molte e assolutamente differenti ma la medicina è oggi riuscita a identificare alcune cause principali tra le quali:

alterazioni congenite, che possono essere originate nelle fasi di sviluppo del sistema nervoso centrale e che quindi possono partire direttamente dalla fase di sviluppo del feto oppure anche a causa di abuso di alcol e droghe della madre durante la gravidanza; i forti traumi cranici possono causare una forma epilettica immediata.

Particolarmente pericolosi sono quelli che avvengono nell’ambito ostetrico e che sono dovuti all’applicazione del forcipe oppure dalle eccessive compressioni che può subire il cranio del feto durante i parti assai complessi; ascesso o tumore celebrale; ischemia dei vasi celebrali; alterazioni indotte da malattie infettive della prima infanzia, quali, ad esempio, rosolia, varicella oppure morbillo.

La diagnosi deve essere fatta mediante l’ausilio di esami di carattere strumentale, tra cui elettroencefalogramma che è una visita mediante la quale è registrata l’attività elettrica presente all’interno del cervello. Altri esami, come la tac oppure la risonanza magnetica, sono utilizzati per verificare eventuali lesioni cerebrali. La cura di questa patologia avviene attraverso l’assunzione di farmaci che agiscono in base a diversi meccanismi.