Lo shock consiste in una condizione di sofferenza generale dell’organismo, causata da un minor afflusso di sangue verso le cellule dei tessuti.

Ciò è dovuto a una diminuzione della pressione arteriosa. Solitamente questo stato si manifesta con polso debole e frequente, sudorazione piuttosto fredda, pallore, estremità delle dita e labbra cianotiche, respirazione superficiale e frequente, alterazione della coscienza (prima c’è agitazione, poi subentra la depressione accompagnata da sonnolenza) e diminuzione o addirittura blocco dell’attività urinaria. In ogni caso, si tratta di una situazione piuttosto grave e urgente che viene spiegata nei nostri corsi di primo soccorso, che può perfino condurre alla morte.

Ragione per cui, il pronto soccorso deve essere tempestivo. Lo shock può essere di diversi tipi, in base alle cause che possono provocare l’abbassamento della pressione arteriosa. C’è quello ipovolemico assoluto, dovuto a una diminuzione della quantità di sangue in circolo (per esempio, in seguito a emorragie), quell’ipovolemico relativo, causato dalla dilatazione delle arterie (ad esempio, lo shock anafilattico per gravi reazioni allergiche o quello neurogeno per traumi cranici o spinali) e quello cardiogeno, che si manifesta in seguito a una riduzione della capacità del cuore di pompare sangue in circolo.

Le cause di quest’ultimo possono essere l’infarto, l’embolia polmonare o lo scompenso cardiaco grave. Occorrerebbe saper prevenire lo shock in tutti in quei casi si pensi si possa manifestare, perché un a volta innescato, è difficile poterlo curare. Basti ricordare, così com’è spiegato nei corsi di primo soccorso, che tutti gli infortunati gravi possono andare incontro a una situazione del genere, come chi rimane vittima di un’emorragia o di un trauma.

A tal proposito, la prima cosa che un soccorritore occasionale, quale per esempio un addetto al primo soccorso, deve fare e che apprende nel corso base di primo soccorso aziendale e anche nel corso BLSD è eliminare, se possibile, la causa che ha procurato tale stato. Per esempio, tamponando un’eventuale emorragia oppure immobilizzando una frattura.

Dopodiché, accorre allentare tutti i vestiti stretti, come cinture, reggiseni o cravatte, e non dare nulla da bere, soprattutto sostanze alcoliche. Sembra quasi stupido dirlo, ma è sempre meglio sottolinearlo. Sarebbe opportuno, anche, evitare che sia disperso calore, coprendo la vittima, ma non in maniera eccessiva perché riscaldarla troppo potrebbe aggravare la situazione. Inoltre, porre il paziente in posizione anti-shock, che consiste nell’alzare le gambe per consentire al sangue di fluire meglio verso il cervello e gli organi più importanti.

Si può procedere manualmente oppure ponendo un supporto sotto le gambe. In particolare, per shock anafilattico s’intende la forma più grave dell’anafilassi, che non è altro che una reazione allergica in grado di causare addirittura la morte. Solitamente è causato da una certa ipersensibilità, comunemente definita allergia, verso una sostanza detta allergene. Può scaturire in seguito a una puntura d’insetti o all’assunzione di certi tipi di farmaci e alimenti. Si palesa con prurito, gonfiore della gola e dalla faccia, assieme pure a un calo della pressione arteriosa.